Spesso, guardando il calcio con i nostri occhi da tifosi, non capiamo veramente cosa significhi fare parte di quel mondo.
Non riusciamo a capacitarci, accecati dall’oro e dagli allori destinati ai giocatori, che magari tutta l’attenzione mediatica, tutti i doveri cui sono sottoposti gli atleti, per quanto lautamente ricompensati ed amati, possano non piacere. Sembrerebbe sacrilego, ma invece è così; e lo dimostra la storia di Pablo Daniel Osvaldo, autore di una carriera atipica e turbolenta, conclusa, in poche e semplici parole, “per noia”.
Giocatore estroso e spesso sopra le righe, con la innata passione per le rovesciate, il buon Daniel nasce a Lanùs il 12 gennaio 1986;…
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